Una
delle mie personali preoccupazioni, quando tratto questioni di ordine
religioso, è quella di farmi capire. Temo, infatti, che viviamo in
un contesto tale in cui la maggioranza delle persone, compresi i
cosiddetti credenti, non sono in grado di cogliere determinati
fondamentali argomenti trattati. Non
che siano argomenti difficili, bene inteso, ma, in qualche modo, temo
sia come parlare dei colori e delle loro sfumature a chi è cieco
dalla nascita e non è in grado d'intendere l'effetto che i
cromatismi determinano nell'animo umano.
Prima
di tutto voglio fugare una facile obiezione: quella di presentarmi
come uno che ha capito tutto o che conosce in profondità ogni
aspetto del Cristianesimo. Non è così. Ciononostante ho ben chiaro
il valore e il senso di quelli che chiamo gli "argomenti
fondamentali", come un vedente ha ben chiaro che i colori
esistono e che il blu non si può confondere con l'azzurro e tanto
meno con il rosso.
Nei
post precedenti ho mostrato quello che chiamerei il punto di
partenza: il senso della Chiesa e il lavoro del cristiano è
esattamente quello di attivare, in lui, una potenzialità rimasta
addormentata: l'intuizione o l'occhio spirituale (detto "nous"
in greco).
Questo
è il primo lavoro da fare ed è il più fondamentale. Parlare di
teologia, di catechismo o di altro senza aver dapprima aperto questo
occhio spirituale è perfettamente inutile. Penso sia questa la causa
per cui molti, pur essendo passati nelle chiese, si siano poi
allontanati.
L'istruzione
su come sia fatto un cibo e sul sapore che abbia è perfettamente
inutile ad un inappetente! Se non si apre l'appetito per le realtà
divine, il che significa esserne stati in qualche modo colpiti, ogni
parola è vana.
L'ordine
di Cristo "Andate e predicate!" non si deve comprendere
razionalisticamente, come spesso si fa a causa del nostro modo
intellettualistico di accostarci al Vangelo. Lo si deve comprendere
in un modo diverso: gli apostoli non portavano solo la loro parola ma
una forza che non era semplicemente umana e che veniva percepita
aprendo, in tal senso, l'occhio spirituale ai loro ascoltatori.
Se
oggi ciò non accade più è semplicemente perché i predicatori
odierni, ovunque siano e a qualunque confessione appartengano, sono
impotenti a fare altrettanto.
Allora,
pur di far colpo, alcuni associano al vangelo ogni corbelleria oppure ogni
stratagemma di tipo psicologico o spettacolare-mondano. Sappiamo che anche la
liturgia cattolica è stata semplicemente rovinata seguendo proprio questo tristo schema, ma è una rovina che covava da parecchio tempo.
In realtà tutto ciò lascia il tempo che trova e, direi, è semplicemente
fuorviante, non ha nulla a che fare con lo stile degli apostoli che,
come abbiamo visto, era ben altro.
Se
si pensa a questo stile tutto d'un colpo assumono un rilevo assai
significativo le guarigioni di Cristo, soprattutto quando ridona la
vista ai ciechi.
L'uomo
a cui viene riattivato il "nous" è un graziato, dovesse
essergli successo anche un solo istante nella vita passata. Ma è
grazie a quel solo istante che lui ora non può più essere lo stesso
ed è in grado di intuire facilmente quanto ad altri risulta
impossibile o ostico.
La
riapertura dell' "occhio spirituale" è l'inizio del lungo
percorso verso la cristificazione del cristiano e l'unico senso della
Chiesa è esattamente quello di accompagnare i suoi figli in questo
percorso.
Nel
mondo cattolico l' "occhio spirituale" della quasi totalità dei fedeli ha finito
per essere, di fatto, il papa. Se poi si considera la crescente diffidenza dell'istituzione ecclesiastica nei riguardi della vita mistica e la costante preoccupazione di normatizzare e clericizzare ogni aspetto della Chiesa, quell' "occhio spirituale" non poteva non essere al di fuori del semplice fedele e incarnarsi permanentemente nel vertice di tale istituzione.
Di qui l'enfasi sempre maggiore di esaltare tale figura lungo i secoli e le conseguenti mille questioni attuali se il papa soddisfa o meno le proprie aspettative (tra l'altro sempre meno spirituali)! Ma il fine della venuta di Cristo è stato quello di ... creare il papa?
Di qui l'enfasi sempre maggiore di esaltare tale figura lungo i secoli e le conseguenti mille questioni attuali se il papa soddisfa o meno le proprie aspettative (tra l'altro sempre meno spirituali)! Ma il fine della venuta di Cristo è stato quello di ... creare il papa?
Nel
mondo protestante l' "occhio spirituale" del fedele ha
finito per divenire l'interpretazione individuale della Scrittura. Tuttavia tale interpretazione non mi sembra che attinga alla coscienza
intuitiva, illuminata da un occhio realmente spirituale, quanto ad
istanze sempre più secolari o semplicemente psicologiche. Allora il fine della venuta di Cristo è stato quello di offrire la Bibbia al suo credente?
In
entrambi questi casi (soprattutto nelle loro esasperazioni) ci si
allontana sensibilmente dalla prassi cristiana antica che si può
facilmente ritrovare nella letteratura ascetica dei padri.
In particolare, è disatteso il motivo fondamentale per cui Cristo ha
stabilito la Chiesa: l'autentica cristificazione degli uomini.
Si
può discutere fino a domattina se il papa attuale fa o meno la
volontà di Dio, se il tal o talaltro pastore luterano interpretano più o meno bene la Scrittura e vi si può perdere tutta l'esistenza senza
vedere che, con ciò, non ci si è neppure accorti di aver
perfettamente disatteso la volontà di Cristo.
In
questo senso, capitemi bene!, il Cristianesimo non è affatto una questione di papa o
d'interpretazione scritturistica (che poi finisce per essere sempre
razionalistica). Tali questioni se poste come principali finiscono per essere talmente snervanti da irritare: i blog cattolici non fanno che parlare ossessivamente del papa non meno di certi protestanti che si concentrano sull'ultima loro "invenzione" cristiana.
Il Cristianesimo, invece, è una semplice questione di salvezza, ossia di luce o di tenebre, di visione o di cecità nei riguardi delle realtà future ma che, in verità, sono già ben presenti seppure in stato germinale.
Il Cristianesimo, invece, è una semplice questione di salvezza, ossia di luce o di tenebre, di visione o di cecità nei riguardi delle realtà future ma che, in verità, sono già ben presenti seppure in stato germinale.
La
persona che intuisce cosa sia l'occhio interiore può pregare come chi si
nutre perché ha fame, può intuire la presenza di grazia nel profondo di
se stesso, non è mai solo, non ha bisogno che un papa gli ricordi
qualcosa (gli eremiti nel deserto ne avevano forse bisogno??), non ha
bisogno che un pastore gli faccia un sermone...
Lo stesso san Giovanni Crisostomo ricordava ai suoi fedeli che la Bibbia ci è stata data perché siamo ignoranti (in senso spirituale). Fossimo almeno un po' istruiti (da Dio) non ne avremo bisogno!
Ma questa è una bestemmia per il Luterano che, in questo modo, rivela a se stesso e agli altri che il suo approccio religioso è prevalentemente psicologico, non spirituale!
Lo stesso san Giovanni Crisostomo ricordava ai suoi fedeli che la Bibbia ci è stata data perché siamo ignoranti (in senso spirituale). Fossimo almeno un po' istruiti (da Dio) non ne avremo bisogno!
Ma questa è una bestemmia per il Luterano che, in questo modo, rivela a se stesso e agli altri che il suo approccio religioso è prevalentemente psicologico, non spirituale!
E
che gli eremiti del deserto non avessero bisogno di un papa è chiaro
come il sole ma può scandalizzare il bigotto cattolico che ha fatto del
Cristianesimo una religione puramente istituzionale e, quindi,
secolarizzata. Costui, per non sentirsi destabilizzato, finirà
allora per immaginarsi che perfino sant'Antonio del deserto seguiva il magistero del papa di allora. Non meravigliatevi: è stato
addirittura scritto e pubblicato anni fa in un agile libretto edito
da Cittanuova e che io, dopo averlo velocemente passato con lo sguardo, l'ho riposto con
comprensibile disgusto nello scaffale della libreria dove si trovava.
In realtà un certo tipo di cattolico, esattamente come un certo tipo di protestante, si sono costruiti i loro rispettivi idoli, idoli che, se sono tali, li fanno poi essere ciechi ad una prospettiva più profonda poiché è "come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida" (Sl 115, 8).
In realtà un certo tipo di cattolico, esattamente come un certo tipo di protestante, si sono costruiti i loro rispettivi idoli, idoli che, se sono tali, li fanno poi essere ciechi ad una prospettiva più profonda poiché è "come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida" (Sl 115, 8).
Oggi
è necessario tornare alle fonti, si dice. Ma se le fonti del
Cristianesimo non possono essere comprese, come si fa a tornarvi? È
come diffondere libri agli analfabeti.
Tuttavia
quello che è impossibile agli uomini a Dio è possibile!