Esistono dei blog cattolici in cui diverse persone esprimono il loro disorientamento crescente dinnanzi a quanto a me pare essere un'alterazione dei pilastri stessi della dottrina cristiana. Quest'alterazione essi la intravvedono nelle parole di non poco clero fino a riconoscerla perfino negli atti e nei discorsi del papa stesso. Qualcuno, allora, suggerisce quanto segue:
«Che ci sia il papa x o il papa y poco importa, l'importante che la mentalità, il senso comune ritorni cattolico».
Ottimo appunto ma mi pare quasi fuori luogo. Questo perché, per avere senso, si dovrebbe essere in un contesto ecclesiastico in cui la Tradizione (intesa in tutti i sensi ma, soprattutto, nel senso del "modo" in cui si vive la fede cristiana) sia concepita al di sopra dell'autorità personale del papa stesso.
«Che ci sia il papa x o il papa y poco importa, l'importante che la mentalità, il senso comune ritorni cattolico».
Ottimo appunto ma mi pare quasi fuori luogo. Questo perché, per avere senso, si dovrebbe essere in un contesto ecclesiastico in cui la Tradizione (intesa in tutti i sensi ma, soprattutto, nel senso del "modo" in cui si vive la fede cristiana) sia concepita al di sopra dell'autorità personale del papa stesso.
Ebbene, questo da troppo tempo nel nostro caso non è più così poiché è la persona del papa stesso (x o y che sia) a determinare il sentire cum ecclesia fino al punto che pure il cosiddetto magistero ordinario non dev'essere confrontato e riconosciuto cattolico o meno (come si avrebbe fatto anticamente in modo diffuso e sistematico) ma semplicemente accettato con ossequio.
Mi si dirà che è il sensus fidei dei fedeli che, dinnanzi alle situazioni più controverse, dovrebbe regolare le persone, la mentalità cattolica, come si dice nel consiglio citato.
In realtà, osservando con molta attenzione e con scrupolosa coscienza mi pare di poter concludere che il rapporto tradizione-autorità sia uno dei più emblematici e contorti nella pratica del mondo cattolico odierno (e non solo da oggi, se si è onesti!). Infatti il "carisma" dello Spirito santo (inteso nel senso più autentico e profondo) è al di sopra delle autorità ecclesiastiche, può riguardare qualsiasi cristiano e non chiede che di essere riconosciuto dalle autorità stesse, non manipolato o alterato autoritativamente! In realtà, sempre più, nel nostro contesto questo "carisma" è equivocato, finisce per essere qualcosa di caotico e contraddittorio ("carisma" sarebbe il movimento di Kiko Arguello ma pure la sensibilità dei tradizionalisti cattolici totalmente contrari ad esso!). Ovvio che allora non è il carisma fondativo della Chiesa che l'ha sostenuta nei secoli, nonostante mille prove, poiché quel carisma era contraddistinto da armonia e comunione, non da difformità litigiosa e contrastante! Inevitabilmente si finisce, allora, per affidarsi all'autorità per se stessa. Quest'affidamento sancisce una volta per tutte la priorità del diritto canonico sulla spiritualità, ridotta troppo spesso ad un fantasma in cui si esprimono unicamente istanze sociologiche o psicologiche. Ed eccoci in pieno antropocentrismo ecclesiale!
Se è vero che l'autorità, a sua volta, cerca di conformarsi ad una generica tradizione per rivendicare la sua autenticità, è pur vero che è l'autorità nel cattolicesimo a fare la tradizione. E questo da secoli.
Mi si dirà che è il sensus fidei dei fedeli che, dinnanzi alle situazioni più controverse, dovrebbe regolare le persone, la mentalità cattolica, come si dice nel consiglio citato.
In realtà, osservando con molta attenzione e con scrupolosa coscienza mi pare di poter concludere che il rapporto tradizione-autorità sia uno dei più emblematici e contorti nella pratica del mondo cattolico odierno (e non solo da oggi, se si è onesti!). Infatti il "carisma" dello Spirito santo (inteso nel senso più autentico e profondo) è al di sopra delle autorità ecclesiastiche, può riguardare qualsiasi cristiano e non chiede che di essere riconosciuto dalle autorità stesse, non manipolato o alterato autoritativamente! In realtà, sempre più, nel nostro contesto questo "carisma" è equivocato, finisce per essere qualcosa di caotico e contraddittorio ("carisma" sarebbe il movimento di Kiko Arguello ma pure la sensibilità dei tradizionalisti cattolici totalmente contrari ad esso!). Ovvio che allora non è il carisma fondativo della Chiesa che l'ha sostenuta nei secoli, nonostante mille prove, poiché quel carisma era contraddistinto da armonia e comunione, non da difformità litigiosa e contrastante! Inevitabilmente si finisce, allora, per affidarsi all'autorità per se stessa. Quest'affidamento sancisce una volta per tutte la priorità del diritto canonico sulla spiritualità, ridotta troppo spesso ad un fantasma in cui si esprimono unicamente istanze sociologiche o psicologiche. Ed eccoci in pieno antropocentrismo ecclesiale!
Se è vero che l'autorità, a sua volta, cerca di conformarsi ad una generica tradizione per rivendicare la sua autenticità, è pur vero che è l'autorità nel cattolicesimo a fare la tradizione. E questo da secoli.
Non a caso Giovanni XXIII osò dire che "la novità di oggi (promossa dall'autorità ecclesiastica) sarà la tradizione di domani". Non lo disse tanto nei riguardi di una novità carismatica riconosciuta come opera dello Spirito nel corpo ecclesiale, quanto come una novità pensata e imposta dall'alto, dall'autorità stessa. E lo disse a quanti, ancora, gli ricordavano che l'autorità deve conformarsi alla tradizione ...
Se allora era così figuriamoci oggi, in cui è in espansione un vero e proprio culto della personalità, in cui una cosa finisce per essere "buona" solo e unicamente perché promossa dall'alto.
In definitiva: il consiglio sopra citato è ottimo ma mi sembra che, in un contesto in cui tutto è stato rovesciato, viene reso all'atto pratico totalmente impotente ...
Al contrario, in Oriente, la Chiesa a livello monastico e popolare resiste dinnanzi ai reiterati tentativi di autoritarismo da parte di qualche patriarca. Lì esiste ancora la possibilità di confrontare se l'autorità è conforme o meno alla tradizione, finanto che pressioni esterne alla Chiesa, servendosi di chierici influenti, non rovescino le cose, iniziando dapprima a combattere il monachesimo depositario della memoria storica, della spiritualità e della tradizione antica (storia che è accaduta già in Occidente diversi secoli fa) ...
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