Introduzione
Di recente Sua Eminenza, il Metropolita
Hierotheos di Nafpaktos ha commentato che “tutti gli altri Patriarcati
portano il [loro] titolo solo attraverso l'economia [la condiscendenza
legislativa] e la “buona volontà” di Costantinopoli. In un certo senso non sono Chiese autocefale piene
e complete, perché esistono a discrezione del Patriarcato di Costantinopoli e
non sono mai state ratificate da alcun Concilio ecumenico”[1].
Ciò non riflette
in modo accurato la struttura dell'autorità della Chiesa né il contesto dei
Concili ecumenici. La dichiarazione del
Metropolita presuppone che le decisioni dei Concili ecumenici siano la più alta
autorità nella Chiesa. Il Patriarca di Serbia,
tuttavia, è più corretto quando nella sua lettera al Patriarca Bartolomeo (13
agosto 2018) [2] afferma che le autocefalie delle Chiese sono radicate nelle
circostanze storiche e nell'accordo panortodosso di tutte le Chiese, essendo
queste come l'autorità principale.
Il metr. Hierotheos non riconosce che un Concilio ecumenico non ha
alcuna autorità propria. Riceve la sua autorità
come “ecumenico” in virtù dell'intera Chiesa accettandolo come autorevole.
Se tutta la Chiesa accetta le attuali autocefalie come
autentiche, allora non è necessario alcun Concilio ecumenico. Se Costantinopoli vuole cambiare o abolire l'ordine corrente,
sta andando contro un accordo già esistente. Così
il suo nuovo ordine sarà quello che sarà, insostanziale, e non esisterà in modo
“pieno” senza l'approvazione di tutte le altre Chiese. Il metr. Hierotheos sta
invertendo le cose e pone la "buona volontà" di Costantinopoli al di
sopra della "buona volontà" di tutto l’insieme delle Chiese. Storicamente ed ecclesiologicamente nessuna parte della
Chiesa ha l'autorità assoluta o l'ultima parola, ma solo l'accordo di tutto
l’insieme delle Chiese. Spesso la prima parola autoritativa
giunge da qualche parte inaspettata, qualcuno che non è immediatamente al
comando (un diacono di Alessandria, un vescovo di Efeso, un monaco nel deserto)
e poi la parola finale viene elaborata nel tempo come qualcosa di conciliare.
La vita, l'ordine e la verità della Chiesa non sono la
portata di un singolo Patriarcato né di un singolo Concilio. Costantinopoli potrebbe aver emesso i vari Tomoi, ma le circostanze storiche e il
riconoscimento delle altre Chiese è ciò che ha reso la determinazione finale.
Natura delle due diverse ecclesiologie in
scontro nell’Ortodossia, quella fanariota e quella di tutte le altre Chiese.
Vorrei
sottolineare che ci sono due diverse ecclesiologie che emergono in questo
momento, e non tutti hanno veramente osservato le implicazioni o le fonti delle
opinioni che stanno sostenendo, quindi è bene portarle farle ulteriormente
emergere.
Il primo punto
di vista dell'autorità nella Chiesa potrebbe essere definito politico
istituzionale. La fonte di questa visione è data
dal modo con cui operano le organizzazioni politiche nel mondo. Ad esempio, nel mondo l'autorità finale spetta a un
presidente e un congresso, o a una corte suprema nell'area giudiziaria, oppure
potrebbe riguardare un autocrate di qualche tipo. Ciò che è comune a tutti questi casi è che l'autorità finale riguarda
un uomo o un gruppo di uomini al vertice di una sorta di struttura autoritaria
creata dall'uomo stesso.
La visione
politica istituzionale della Chiesa postula una struttura autoritativa come
questa. L'autorità si fonda su una particolare
struttura gerarchico-sinodale pan-ortodossa, come un concilio ecumenico o
panortodosso, o nel dominio giuridico, che spetta al Patriarcato di
Costantinopoli, o nella Chiesa cattolica che riguarda il Papa come autocrate [3]. Mentre
in una nazione questo riflette l'effettiva auto-comprensione del sistema legale
della nazione stessa, la Chiesa ha una diversa auto-comprensione.
L'altra
ecclesiologia comprende la Chiesa come una struttura spiritualmente e cristologicamente
centrata. L'autorità finale non dipende da
qualche vescovo supremo, ma riguarda la mentalità della Chiesa nel suo insieme,
che è la mentalità di Cristo. Questa mentalità
diventa evidente nel tempo mentre si avviene una lotta per sottomettersi alla
verità di chi è Cristo, dei suoi obiettivi, dei suoi mezzi e delle sue
operazioni.
Cosa significa
questo nella vita reale? Nell'ordine delle cose
del mondo la decisione di un dato corpo supremo è la più autorevole possibile.
Se la Corte Suprema si incontra e decide cosa significa
la legge, questo determina la fine di ogni discussione. Le unica alternative sono la sottomissione o la rivoluzione.
Tuttavia, la Chiesa
non ha mai avuto alcuna “legge suprema”, nemmeno i Concili pan-ortodossi.
Dei Concili panortodossi chiamati dagli imperatori in
occasioni speciali alcuni furono rifiutati come Concili “di ladri”, altri
accettati come “ecumenici”, cioè come espressione della verità universale della
Chiesa. Quale autorità ha preso la decisione di
quale Concilio accettare e quale respingere? Chi
decide qual’è la verità universale della Chiesa? Non è il Concilio stesso [4].
Non è una particolare Chiesa locale. Piuttosto, un Concilio ha ricevuto l’autorità di ecumenico
solo dopo che vi è stato l'accordo della Chiesa nel suo insieme. Questo accordo è qualcosa che avviene organicamente, non
attraverso mezzi istituzionali. Come nota San
Giustino Popovich, la Chiesa è un organismo divino-umano, non un’istituzione
umana.
È anche degno di
nota il fatto che le decisioni di un Concilio ecumenico non siano rese
autorevoli dai Concili successivi, ma i Concili successivi confermano
semplicemente ciò che è già riconosciuto e accettato.
Il termine
“Theotokos” è divenuto un termine autorevole per la Vergine solo dopo essere
stato confermato dal Concilio? O era già prima
autorevole con l'uso tradizionale e l'accordo generale, e il Concilio si limitò
a riconoscerlo tra la confusione suscitata da Nestorio? Allo stesso modo riguardo i canoni. La vita disciplinare della Chiesa non viene propagata dai
Concili come una sorta di precedente legale. Piuttosto,
la vita disciplinare della Chiesa è parte della sua vita pastorale e pratica
fondamentale e i canoni disciplinari sono emessi come risposte a situazioni
storiche particolari al fine di aiutare a mantenere questa vita diritta e in
ordine. A differenza di una corte suprema o di
un congresso, i Concili non sono una fonte di legislazione ma, piuttosto, un
centro di verità attorno al quale può avvenire un chiarimento nel mezzo della
confusione.
Nella Chiesa c'è
spazio per l’azione di Cristo. Non c'è nessuna
suprema fonte politica di autorità per creare ordine, piuttosto l'ordine di
Cristo come Logos è la base della
vita della Chiesa - il suo ordine incorporato nella creazione e che trova la
sua espressione più perfetta nei santi, che è una presenza attiva e viva nella
vita della Chiesa. Nella Chiesa questo ordine
non è promulgato come una legge fatta da un uomo, ma è riconosciuto e
sottomesso in quanto proveniente da e di Cristo. C'è un mutuo riconoscimento di Cristo in ognuno e in tutti i
popoli che riconoscono Cristo nei vescovi e obbediscono loro, e i vescovi
riconoscono Cristo l'uno nell'altro, riconoscendo l'esempio e l'insegnamento
che Cristo e i santi ci hanno lasciato su cosa siamo come Ecclesia.
Le circostanze
storiche fanno pure parte dell'autorità provvidenziale che Dio gioca
nell'ordine amministrativo della Chiesa. Costantinopoli
fu elevata al secondo posto contro il volere di Roma, ma questo ordine fu
infine accettato come parte delle circostanze storiche. I vari cambiamenti nei confini, la perdita e la
reintroduzione delle autocefalie sono state condotte in misura maggiore dalle
circostanze politiche. La Chiesa fa tutto il
possibile per fornirsi sia stabilità che flessibilità in modo da poter meglio
vivere il suo scopo di santificare le persone con cui Ella dimora. Ma questa comprensione pastorale e spirituale
dell'organizzazione della Chiesa è molto diversa da una comprensione politica
della sua organizzazione.
Lo scopo di
un'organizzazione politica è l'autoconservazione e l'aumento del proprio potere.
Si organizza per promuovere questo scopo e questa
autoconservazione è intesa in termini di certi poteri, strutture e risorse
materiali. Lo scopo della Chiesa è di realizzare
la deificazione dell'umanità e in definitiva di tutta la creazione. Si organizza in modo tale da realizzare questo obiettivo.
Quindi parte di ciò che determina l'organizzazione
della Chiesa è l'economia divina.
Economia non è
semplicemente una sorta di condiscendenza da parte di un'autorità nei confronti
di coloro che sono gli inferiori. L'economia è
piuttosto la buona gestione della famiglia di Dio per realizzare la salvezza
dell'umanità. Questa opera all'interno e
nonostante le mutevoli circostanze politiche. La
flessibilità di questa economia è mostrata nel modo in cui la Chiesa russa
fiorì spiritualmente anche quando gli zar abolirono il Patriarcato facendone
una Chiesa sinodale, e continuò a produrre santi quando i comunisti abolirono
l'intera struttura gerarchica del potere. Questa
economia funzionò anche sotto i modi innaturali del potere ottomano con cui
promuoveva o rimuoveva vari patriarchi. La
santità viveva ancora e prosperò pure in questa condizione. Nessuna struttura amministrativa è assoluta nella vita della
Chiesa. Piuttosto, vi è sempre un adattamento a
qualsiasi circostanza buona o cattiva in cui la Chiesa si trovi. Ciò che è
coerente non è una struttura istituzionale-amministrativa o una fonte di
autorità, ma piuttosto un certo modo di vivere in Cristo. È la mancanza di conoscenza di questa Via che può causare tanta
confusione.
Conclusione
In sintesi,
possiamo dire che le attuali Chiese autocefale esistono a discrezione e buon volere
di Cristo. La loro esistenza è stata determinata
sotto la provvidenza di Dio come risultato di circostanze storiche. Esistono secondo l'economia di Dio - la sua decisione che
questo è il modo migliore per testimoniare e portare salvezza per coloro che
sono sotto la Sua cura. Le azioni del
Patriarcato di Costantinopoli erano parte integrante di questa cura. Tuttavia, le nuove Chiese autocefale esistono non solo
secondo il volere e il riconoscimento di Costantinopoli, ma anche secondo il
buon volere e il reciproco riconoscimento reciproco.
Ciò che ha
portato alla situazione attuale sono questi tre elementi: circostanze storiche,
riconoscimento reciproco e leadership
di Costantinopoli. Se Costantinopoli ritira la
sua approvazione, ciò non invalida l'esistenza di una Chiesa autocefala, ma
mette semplicemente le cose in una situazione confusa come una sedia a tre
gambe con una gamba rotta che non è più stabile. Non è necessario un Concilio per approvare ciò che già esiste
e viene concordato e non vi è alcuna contesa. Un
Concilio è necessario solo quando viene introdotta la confusione e quindi il
lavoro del Concilio è quello di individuare e contenere la fonte di confusione,
proteggendo il buon ordine e la verità della Chiesa.
Nonostante ciò posso
simpatizzare con il Metropolita. Senza dubbio
Costantinopoli potrebbe causare molto devastazione nella Chiesa greca e forse
questo è ciò che il metr. Hierotheos sta
cercando di far capire. Ha paura che se la sua
Chiesa non collabora, il PC potrebbe persino decidere di revocare il suo Tomos.
Ricordiamo i nostri fratelli e sorelle greci nella
preghiera, poiché c'è tanta pressione su di loro e crediamo anche che Dio li
guidi. Sono la primo ad ammettere che non
capisco i retroscena delle lotte che accadono al suo interno. Ma alla fine Cristo sosterrà coloro che lottano contro di Lui
e proteggerà quanti sono Suoi.
Anna Sticklers
Fonte: http://orthochristian.com/120444.html
____________________
Note
[1]
Vedi la dichiarazione del Metropolita in https://orthodoxie.com/metropolite-hierothee-leglise-de-grece-ne-peut-pas-contester-lautocephalie-en-ukraine/?goal=0_9357f9bbb5-6a4f41d518-54362315&mc_cid=6a4f41d518&mc_eid=fd80ae5f59
Quest’articolo è stupefacente per la sua
partigianeria verso l’ideologia fanariota. Stupisce ancor più se si considera
che il metr- Hierotheos sa bene qual è la vera ecclesiologia ortodossa che, in
queste sue ultime affermazioni, nega. Ndt.
[2]
Vedi http://orthochristian.com/116617.html
[3]
L’autorità papale ha avuto un’evoluzione nel tempo sl punto che se paragoniamo
le affermazioni e le decisioni di Gregorio Magno, Leone III, Innocenzo III e
Pio IX ci troviamo senza dubbio variazioni sostanziali che portano il papato ad
essere progressivamente un’autocrazia. Con Bartolomeo, il Patriarcato Ecumenico
sta oggi divenendo un’autocrazia simile e la sua ecclesiologia è oramai assai
simile a quella Cattolica. Ndt.
[4] Si consideri quest'affermazione, che poi ricalca parimenti quanto accadeva nella Chiesa antica, e la si confronti con le posizioni diametralmente opposte del Cattolicesimo nel secondo millennio che ha fatto del Concilio convocato dal papa un'autorità per se stessa a cui obbedire ciecamente. Ndt.
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