Nei nostri tempi di montante confusione mi sembra necessario fornire gli strumenti per discernere ciò che è essenziale da ciò che è accessorio nella Chiesa. Tutto ciò non è scontato per nessuno e anche chi ci dovrebbe insegnare può, per interessi personali o perché troppo assorbito dal compito di difendere l'istituzione che rappresenta e sente minacciata, avere idee confuse o infondere la netta idea d'averle.
Ciò che è necessario nella Chiesa è quanto discende direttamente dalla rivelazione. Ad es. i sacramenti sono ritenuti essenziali, il sacerdozio è ritenuto essenziale (nell'unica funzione di santificare e insegnare ai fedeli). Le cose essenziali, dunque, derivano tutte dall'epoca apostolica e non sono mai numerose.
Ciò che è accessorio (e anche non essenziale) nella Chiesa sono le istituzioni che nel tempo si è data. L'arcipretato, l'archimandritato, il cardinalato, sono tutte cose non essenziali. Un altro esempio: l'ordinamento diocesano si plasma sulla divisione geopolitica dell'impero romano. Esso dunque può variare nel tempo.
Gli arcivescovadi e i patriarcati (creati da una certa epoca in poi) sono emersi a partire dalle città più importanti dell'Impero romano. Se, ad esempio, la seconda città imperiale fosse stata Milano (e non Costantinopoli) oggi Milano sarebbe sede patriarcale e Costantinopoli non conterebbe nulla, forse non avrebbe più neppure quel poco di cristiano che le rimane.
La Chiesa, se non ci fossero stati i patriarcati (lasciamo per il momento da parte il patriarcato romano che ha una storia tutta sua), sarebbe comunque cresciuta; si sarebbe sviluppata con un altro ordinamento poiché, in queste cose, l'ordinamento ecclesiastico è modificabile, contingente, variabile. Non dovrebbe mai essere fisso una volta per tutte perché non è un dogma di fede e portarlo a livello di un dogma di fede significa cadere in una confusione fatale dove il creato si confonde con l'increato, l'umano con il rivelato. Tutto è utile, nulla è essenziale fuorché quant'è stato rivelato!
Oltretutto, dare un eccessivo peso all'istituzione transeunte (come tutte le cose di questo mondo) potrebbe far levare lo sguardo da quanto non viene mai meno ossia dallo scopo principale della Chiesa. Il suo compito fondamentale è cambiare gli uomini nella grazia, non fare azioni sociali, artistiche, culturali o - peggio! - incensare se stesso.
Oltretutto, dare un eccessivo peso all'istituzione transeunte (come tutte le cose di questo mondo) potrebbe far levare lo sguardo da quanto non viene mai meno ossia dallo scopo principale della Chiesa. Il suo compito fondamentale è cambiare gli uomini nella grazia, non fare azioni sociali, artistiche, culturali o - peggio! - incensare se stesso.
Detto ciò, copio e incollo la parte finale di un'omelia del patriarca Bartolomeo e lascio ai lettori capire se questa divisione fondamentale è qui rispettata o meno.
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«La santa Grande Chiesa di Cristo non coltiva e promuove solo i preziosi valori della tradizione ortodossa, ma influenza creativamente anche il futuro culturale. Crea e insegna l'alta civiltà della comunione e dell'amore. Il Patriarcato ecumenico ha sigillato e siglato in modo indelebile la storia dell'umanità. È anche oggi la speranza per il presente e il futuro. [... il Patriarcato è] un'istituzione che, se non ci fosse stata data dalla grazia di Dio e specialmente alla nostra nazione, sarebbe stato necessario inventare».
Omelia del 21 ottobre 2018, vedi qui.
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